Itinerario geologico

Parco Monti Sibillini

Conoscere un territorio resiliente attraverso una comunicazione all’avanguardia

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è un prezioso tesoro naturalistico incastonato tra l’Umbria e le Marche. Il suo grande fascino risiede nella ricchezza di panorami di bellezza incontaminata: dalle dolci colline coltivate, al maestoso gruppo montuoso, il quarto massiccio per altezza dell’Appennino continentale (dopo Gran Sasso, Maiella e Velino-Sirente).
Il suo nome discende dal Monte Sibilla, alto 2.173 m, sulla cui vetta si apriva fino alla fine del secolo scorso una grotta, ora occlusa da una frana, che la tradizione vuole fosse la dimora della Sibilla Appenninica.
All’interno del territorio protetto ci sono numerosi comuni, tra cui Arquata del Tronto, Norcia, Visso, che presentano un’importante identità storica e culturale, oltre che una significativa varietà di flora e di fauna. La preservazione di questo complesso di beni è fondamentale, ma negli anni questo obiettivo, all’apparenza semplice, ha dovuto fare i conti con imprevedibili eventi sismici, che hanno lasciato ferite indelebili nella terra e nei suoi abitanti.
Questi momenti difficili non hanno sconfitto il desiderio di ricominciare, né l’amore per la propria terra che marchigiani e umbri si tramandano di generazione in generazione.
Anche il Parco dei Monti Sibillini ha mostrato un’incredibile resilienza e, grazie alla collaborazione di enti territoriali, società e aziende, ha lenito le proprie ferite ed è riuscito a trasformarsi, per ritornare ad essere una grande area verde accogliente e ricca di sorprese.

Il sisma non sconfigge il parco, che si rialza e si trasforma

Gli eventi sismici avvenuti tra il mese di agosto e il mese di ottobre del 2016 hanno inferto un grave danno al parco. Molti sentieri sono diventati inagibili e sono stati chiusi al pubblico per lungo tempo, come il percorso delle gole dell’Infernaccio, popolare meta di escursioni turistiche, grazie ad un percorso alla portata di tutti, ma contemporaneamente ricco di elementi di alto interesse naturalistico. La stessa sede dell’Ente Parco Monti Sibillini è stata colpita dal terremoto ed è stata trasferita in un altro luogo.
Negli ultimi anni è stato fatto un grande lavoro per rendere sicuro e visitabile il parco: il desiderio di preservare le bellezze di quest’area si è unito all’esigenza di introdurre soluzioni innovative e attente all’ambiente, in grado di proteggere e limitare i danni di eventuali, futuri sismi. L’azione preventiva è certamente la scelta più giusta per salvaguardare il territorio e i suoi abitanti.

 

 

Il lavoro di SAND

Il progetto di dare vita ad un nuovo modo per comunicare il territorio ai visitatori ha trovato una risposta nell’allestimento di un itinerario geologico focalizzato sui segni, ben visibili anche in superficie, della faglia Monte Vettore – Monte Bove, da cui si è originata la sequenza sismica che ha colpito il Centro Italia nel 2016. Tali evidenze si sono formate in occasione dei due eventi principali della sequenza sismica (il 24 Agosto, magnitudo 6.0 e il 30 Ottobre, magnitudo 6.5) che hanno prodotto spostamenti del terreno naturale fino a 2 metri, per una lunghezza complessiva di circa 30 km. Dopo diversi anni, tali evidenze sono ancora ben riconoscibili sul terreno e rappresentano un geosito di grande rilevanza, da valorizzare e preservare.
Il lavoro congiunto che SAND condotto al fianco dei professionisti e dei tecnici dell’ISPRA di Roma e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha portato alla creazione di un itinerario costituito da 12 punti di osservazione, attraverso pannelli informativi in lingua italiana e inglese che descrivono quanto visibile sul territorio. Alcuni sono situati in prossimità della sede stradale, mentre altri sono raggiungibili con brevi passeggiate nel territorio del Parco.
L’obiettivo di questa iniziativa è stato quello di preservare la memoria del terremoto e soprattutto di aumentare la consapevolezza dei rischi naturali cui siamo – direttamente o indirettamente – esposti.
Anche in questa occasione il nostro lavoro si è sviluppato in più fasi, a partire dai momenti di scambio di informazioni e raccolta dei dati elaborati a cura dei geologi di ISPRA, frutto di un’attenta ricerca e di numerose verifiche e rilevamenti in loco. Sono stati presi in considerazione la fragilità del territorio e i suoi cambiamenti post terremoto, sono stati ideati elementi comunicativi personalizzati e adeguati alle esigenze, e anche i manufatti sono stati progettati per rispondere a requisiti riguardanti l’aspetto visivo, l’inserimento paesaggistico e la robustezza, per adattarsi al meglio alle condizioni ambientali dei luoghi.
La nostra società, infatti, si pone sempre l’obiettivo di adottare soluzioni che si sposino con l’ambiente circostante. La struttura comunicativa non deve stravolgere il paesaggio, ma deve presentarsi come un plus valore, uno strumento linguistico che consenta uno scambio tra uomo e natura, in gradi di arricchire entrambi.
I manufatti sono resistenti, sostenibili e durevoli nel tempo, ed hanno risposto perfettamente alle richieste del committente. Sono state scelte tipologie espositive in legno, più tradizionali, per le bacheche informative, realizzate in due differenti misure; per i leggii panoramici, invece, la scelta è ricaduta sull’acciaio CorTen, con un disegno dei supporti modulare ed intelaiato, per ottenere una struttura autoportante leggera e tetragona allo stesso tempo.
Per la produzione dei pannelli informativi ci siamo avvalsi della collaborazione della società DAP di Grenoble (FR), che ha fornito supporti di stampa all’avanguardia e rispettosi dell’ambiente, realizzati in Stratimage®, un materiale resistente agli agenti atmosferici e agli atti vandalici, garantito 10 anni e sempre a suo agio, anche negli ambienti più ostili.
Grazie al nostro intervento e a quello di tutti gli attori coinvolti nel progetto, è stato raggiunto l’obiettivo di proteggere e di far conoscere meglio ai tanti visitatori il prezioso tesoro costituito dal territorio del Parco dei Monti Sibillini. Oltre ad aver ha permesso di aggiungere un tassello a un grande progetto di preservazione di un territorio delicato ma resiliente.

 

 

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